


Nessuna miniera, nessuna faccia sporca di polvere di carbone, nessuna lampada ad acetilene. Solo vecchi e nuovi parlamentari in attesa di svolgere il proprio compito. Di poco pulito ci sono le mani e la coscienza di molti. E l'aria delle nostre città, Parma compresa. La scena è l'Italia del 21 esimo secolo e non il Northumberland di un secolo fa. E la questione è nota e dibattuta: riusciremo ad avere un nuovo governo?
Tornano alla mente altre suggestioni letterarie di un secolo fa e il poco lusinghiero giudizio del premio Nobel John Galsworthy sui politici di ogni tempo:
"Vi è un unica regola per gli uomini politici di tutto il mondo: quando sei al potere, non dire le stesse cose che dici quando sei all'opposizione. Se ti ci provi, ci guadagni soltanto di dover fare quello che gli altri hanno trovato impossibile."
"...Una volta, poi, istituite le leggi, tutto dipenderà da questo fatto: se i vincitori dimostreranno di sottomettersi alle leggi ancor più dei vinti, allora non ci sarà angolo della città che non sia pieno di felicità e di sicurezza e ogni male verrà evitato. In caso contrario, rinunziate pure a chiamare me o qualcun altro per metterci a cooperare con gente che non sia disposta a seguire le dichiarazioni che stiamo fornendo.
Questi infatti sono parenti stretti di quei consigli che io e Dione cercammo insieme di tradurre in pratica, per amore di
Siracusa. Però, si tratta pur sempre di un progetto di ripiego, perché il piano originale, finalizzato all'attuazione del bene comune, era quello che la prima volta noi cercammo di realizzare con lo stesso Dionigi, ma che un destino più potente dell’umana volontà rese vano.
Ed ora tocca a voi cimentarvi in tale impresa, con miglior fortuna, con una sorte più propizia e anche col favore di qualche dio..."
Platone "Lettera VII"

Sono trascorsi quasi cinque anni.
Abbiamo visto cavalieri cavalcare "a pelo", prima di essere disarcionati, professori universitari piangere come madonne democristiane, figli di "celoduristi" padani laureati disHonoris causa in Albania, comici trasformati in politici e anche politici diventati loro malgrado comici. Pinocchi e grilli parlanti. Monti, Tremonti e tramonti. La politica delle favole e delle filastrocche.
Ora tocca a noi.
E scopro che questo tempo sembra passato invano.
E' odioso dovervelo ricordare, ma ve l'avevo detto che il destino sarebbe tornato a passare per quel che resta del quarto stato...
In foto ritratto di Giuseppe Pellizza da Volpedo



Una falsa meritocrazia costruita su numero chiuso e test di accesso, oltre al naturale sbarramento per censo, dovuto all'aumento delle tasse universitarie e alla riduzione dei fondi per il diritto allo studio. Sono i nuovi e i vecchi ostacoli a quella mobilità sociale sempre più difficile nel paese più vecchio e privo di prospettive di cambiamento.Non chiamatela più Università.
Le parole sono importanti.
"Non fate studiare architettura ai vostri figli. Non ne vale la pena. Se lo fate per il successo, per il denaro, per la fama, insisto, è un consiglio spassionato: lasciate perdere.
...
Vi ritrovereste con figli frustrati, incapaci di relazionarsi col mondo del lavoro: troppo tecnici per gli artisti, troppo artisti per i tecnici, né carne né pesce insomma. Se lo fate per il prestigio, meno che meno. Non esiste categoria più bistrattata, sfottuta, derisa: dai padroni di casa, dagli imprenditori edili, dai muratori, dagli ingegneri, dai geometri. Un incubo.
Lo volete così vostro figlio? Perché fargli questa cattiveria?
...
Tanto ve lo dico subito, il lavoro (di architetto intendo)non lo trova. A meno che non abbiate l'infinita pazienza di vederlo leccare i piedi nello studio di qualche affermato professionista per anni. Per dodici-sedici ore al giorno: a tirare linee, a disegnare sempre e solo scale di sicurezza e pozzetti d'ispezione, e tutto gratis o per un rimborso spese ridicolo, giusto il costo dei panini e della tessera mensile del tram. Tutto questo per poter mettere sul curriculum, dopo essere stato spremuto come un limone per anni e buttato fuori come di routine dallo studio(mai affezionarsi troppo ai propri sottoposti), di aver lavorato per lo stimato professionista. Che non serve a nulla. perchè se si va a fare un colloquio con un altro stimato, stimatissimo professionista, si ritorna nel girone infernale dei pozzetti d'ispezione e dei rimborsi spese ridicoli.
...
Ma l'architettura non era il gioco sapiente dei volumi sotto la luce del sole?
Non era una totalità inscindibile? E tu allora citi il sociologo urbano, il filosofo, il poeta, e tutti ti guardano scuotendo la testa (questi architetti! Bah!): c'è da finire quella pratica, ci vai tu a fare la fila al catasto?"
da Metropoli per principianti di Gianni Biondillo
Foto In CC da Mait Jüriado

| Aegon NV | 3,4 |
| Deutsche Bank AG | 4,7 |
| FMR Corp. (Fidelity Investments) | 4,3 |
| JP Morgan & Co. | 3,8 |
| Legal & General Group | 3,3 |
| Merrill Lynch & Co. | 5,9 |
| Newton Fund Managers Ltd. | 6,1 |
| Prudential plc. | 8 |
| Scottish Widows Investment Management Ltd. | 5,5 |
| Xstrata AG | 29,4 | dati Les Echos |
| Zurich Financial Services |

XXX Olimpiade. Le immagini dei Giochi per eccellenza scorrono con continuità sugli schermi. Un flusso rutilante di gesti atletici, di tecniche al limite della profana comprensione, di centesimi di secondo, di Buckingham Palace e del Big Ben, di record , bandiere, inni...
Ora lo so cosa mi tiene lì a guardarle. Non è l'ammirazione per atleti sulla cui integrità ed onestà non metterei più da tempo la mano sul fuoco. Non la sempre più presunta imparzialità dei giudici di gara. E nemmeno lo sciovinismo dei nazionalisti della domenica, tutti trombette e parrucche.
E' solo colpa di un "mostriciattolo" imberbe, il bambino che è in me.
"Per tante cose sarò sempre come un bambino, ma uno di quei bambini che fin dall'inizio portano dentro di sé l'adulto, in maniera che quando il mostriciattolo diventa adulto davvero succede che a sua volta questo porta dentro di sé il bambino, e nel mezzo del cammin si verifica una coesistenza raramente pacifica fra almeno due aperture sul mondo."
J.Cortàzar da "Del sentimento di non esserci del tutto"
Foto in CC di Vinoth Chandar
Se vi chiedessero di barattare la vita dei vostri figli, e magari della progenie tutta, con un piatto caldo, un tetto sicuro e l'auto con cui recarvi il fine settimana a fare la spesa nella cattedrale del nostro tempo, accettereste?
E' proprio questa la proposta indecente che i sindacati dei lavoratori dell'ILVA di Taranto stanno facendo agli operai. Dunque, torniamo a noi, accettereste o vi ribellereste alla condanna a una bomba a orologeria posta sotto la vostra seggiola? Provereste a cercare altre soluzioni, altre prospettive? O vi dedichereste ad una miope difesa del veleno nelle verdure del vostro orto, nell'erba su cui giocano i vostri bambini, nel mare che restituisce fauna ormai irrimediabilmente malata?
Eppure una soluzione ci sarebbe. Chiudere l'ILVA e smantellarla, pezzo per pezzo, piastra per piastra, tubo per tubo...
E con essa chiudere la falsa prospettiva che lo sviluppo passi inesorabilmente per l'avvelenamento, il saccheggio e la distruzione del territorio. E poi investire in un piano di risanamento, a cui condannare almeno economicamente l'Impresa, che ha distribuito nei decenni dividendi milionari ai propri azionisti sulla pelle di operai e cittadini.
Risanare e ricreare le condizioni per un vero sviluppo fatto di attenzione al territorio, alla sua ricchezza naturale e culturale, alla salute delle persone. Perdere apparentemente tutto per tornare a guardare il futuro con nuova e illimitata speranza.
Ho una grande barba, le spalle curve, i vestiti marroni. Non porto occhiali né ho un con me un bastone. Niente trucchi da quattro soldi. Ma capisco che la televisione accesa è in bianco e nero o a colori. E anche se sul divano c'è una ragazza con la vestaglia aperta e le gambe nude.
Sono rimasto vedovo da poco e nella vita ne ho fatte di cose. Ma abito un mondo pieno di suppellettili e di elettrodomestici che non posso vedere, e unghie smaltate, mobili usati nei giardini, secchielli pieni di ghiaccio, telefonate sbagliate e gente che se la passa male.
L'unica cosa che posso chiederti è di descrivermi una cattedrale con parole esatte, "come se ne andasse della tua vita". E di sederti con me per terra, sul tappeto,a disegnarla insieme, questa cattedrale, sopra una busta di carta del supermercato, con una penna a sfera.
A pensarci bene, non siete voi che mi insegnate a guardare. State solo imparando ad essere ciechi.
da "Cattedrale" di R. Carver
Foto di Gin Fizz concessa in CC


Chissà se Martin Azua, giovane designer spagnolo, nell'ideare l'urna biologica nella quale deporre le ceneri del caro estinto, abbia tratto ispirazione dai Sepolcri di Ugo Foscolo.
Eppure questa idea, semplice e rivoluzionaria al tempo stesso, tanto potrebbe mutare l'idea della morte nel nostro immaginario, rendendola semplicemente e quasi miracolosamente un nuovo inizio, anche in assenza di convinzioni religiose.
E in questa giornata solitamente dedicata a gite bucoliche e ad altri passatempi all'aria aperta della giovane primavera, mi piace segnalare questa idea che
"sacre le reliquie renda
dall'insultar de' nembi e dal profano
piede del vulgo, e serbi un sasso il nome,
e di fiori odorata amica
le ceneri di molli ombre consoli".
E voi quale albero vorreste diventare?
Foto in CC di Stuck in Customs
Be', arriva quel Natale di guerra e scegliamo un bel galletto e lo portiamo ai padroni e quelli invece di tirargli il collo lo regalano al figlio piccolo. B. si chiamava 'sto figlio. E questo B. si innamora della bestiola. Se la porta al guinzaglio, non l'abbandona manco per andare la domenica in chiesa. "Però la notte la deve lasciare in cortile, non gli permettiamo di portarcela dentro casa, - ci raccontavano i genitori, - noi non gli tiriamo il collo, ma prima o poi morirà di vecchiaia e B. farà una tragedia". E quel giorno è arrivato. Una sera il nostro cane, perché noi c'avevamo un cane, è entrato dentro casa col gallo fra i denti. Il gallo morto e tutto sporco di terra. "Il cane gli ha ammazzato il gallo e c'è stata pure la colluttazione" dice mio padre. Così senza starci a pensare sfila quel ciuffo di penne dalla bocca della bestia, lo va a seppellire in giardino, corre nel gallinaro e prende un altro galletto. Senza farsi vedere glielo mette nel cortile del padrone. Il giorno appresso sentiamo cantare il gallo. Siamo contenti perché ci pare di aver fatto un lavoro pulito. Che non se ne accorgeranno dello scambio. Ma B. corre in cortile. Corre la madre che urla e sviene. poi esce il padre, si abbracciano e corrono in chiesa.
Io faccio finta che non so niente e appena tornano a casa chiedo a B.:"che è successo?"
Mi dice "te lo ricordi il galletto?"
Dico "sì".
Dice "quello che mi regalaste voi!"
Dico "sì, sì. Embè?"
Dice che "ieri mia madre si è stufata di vedere 'sto gallo che cacava in cortile, gli ha tirato il collo e l'ha seppellito in giardino".
Dico "no!"
Dice " e stamattina l'abbiamo ritrovato vivo che girava tutto pimpante. Mia madre è svenuta. Io sono un bambino scettico, ma adesso ho visto il miracolo. Il galletto è risorto. E' uscito come Cristo dal sepolcro ed è tornato a zompettare in giardino".
Da "Lotta di classe" di Ascanio Celestini
Foto R.Celani Vienna 2011
Fino a pochi anni fa molti di noi non la conoscevano nemmeno.
Il sorriso di quell'anziana signora polacca entrò, grazie alla TV, nelle nostre case solo nel 1996, insieme alla notizia del premio Nobel appena assegnatole.
Scoprimmo allora un piccolo universo fatto di profondità volutamente occultata nella quotidiana semplicità.
Non amava i versi altisonanti bensì l'uso del paradosso e la ricercata ma arguta ironia.
Accolse l'assegnazione del Nobel dicendo di voler "tornare nell'ombra da cui era venuta". Ora potrà farlo.
Custodiremo noi le sue opere come semplici ma non meno splendide luci.




E' arrivata puntuale come sempre l'Italica Befana.
"Le banche giocano su molti tavoli, ma attenzione al paragone con un premio di assicurazione. Faccio un esempio: lei fa un’assicurazione sul rischio incendio di casa sua e paga un premio. Si tratta di casa sua.
Con i Credit Default Swaps funziona così: lei può comprare un’assicurazione sull’incendio della casa del suo vicino. Paga 500 euro l’anno ma quella casa ne vale per esempio 400.000. A questo punto lei ha tutto l’interesse che la casa del suo vicino prenda fuoco per incassare 400.000 euro. Succede la stessa cosa con i banchieri o altri investitori istituzionali. Comprano CDS sul rischio fallimento Italia senza possedere i titoli italiani. E’ chiaro che hanno tutto l’interesse che l’Italia sia in difficoltà per fare buoni profitti..."
Eric Toussaint parla chiaro, non si nasconde dietro le terminologie tecniche tipiche degli economisti. E contribuisce a lanciare un allarme che in molti iniziano a raccogliere, minando la facciata dietro cui si nascondono banche d'affari, istituzioni internazionali pseudoindipendenti e governanti corrotti.
Alcuni canali d'informazione indipendente da tempo cercano di portare alla ribalta dell'opinione pubblica la verità sulla crisi di cui tutti parlano.
Ora finalmente anche in TV la puntata di Report Rai 3 del 30 ottobre 2011 ha squarciato il velo nero dietro il quale si nascondono le motivazioni di manovre "lacrime e sangue", la loro fondata inutilità e perfino la loro funzionalità all'aggravio della situazione dei paesi che le applicano.
Se il Fondo Monetario Internazionale è il lupo nella nostra stalla, sta a noi non fare la fine delle pecore inermi.
Foto concessa in CC da Ono-Send@i
Di fronte al tutto già detto, già scritto e già visto di questi tempi, avevo scelto la via del silenzio.
Osservavo la realtà, reagivo interiormente e replicavo mentalmente, ma non trovavo lo stimolo per colmare di parole questo spazio bianco. Risultato: un solo post in tre mesi.
Poi due avvenimenti mi hanno permesso di superare l'impasse:
l'ennesimo tentativo di introdurre un bavaglio per l'informazione italiana da un lato e la morte di uno scaltro imprenditore come Steve Jobs dall'altro.
Si, non considero Jobs né un guru né un genio, e neppure un filosofo della nostra era, come qualcuno l'ha enfaticamente definito. Né tanto meno un benefattore dell'umanità.
Condivido quindi in pieno il giudizio dato su di lui da Richard Stallman sul proprio sito.
Eppure non vorrei commettere stavolta l'errore di "gettare anche il bambino con l'acqua sporca".
Non possiamo negare che la vendita delle "creature" di Jobs, oltre che rimpinguare la Apple di miliardari guadagni, abbia fornito spesso ai suoi utilizzatori finali possibilità maggiori di conoscenza, di scambio d'informazioni, e quindi d'intervento sulla realtà sociale. Probabilmente gran parte degli indignati di New York come di quelli di Madrid o dei rivoltosi di Londra ha in tasca un oggetto con la piccola mela, e questo permette loro una organizzazione e pubblicizzazione di movimenti ed eventi inimmaginabile senza.
E dunque la vera sfida che rimane a chi ha la fortuna di vivere nel primo mondo è proprio quella di piegare lo strumento, intrinsecamente nè buono nè cattivo, ad un progetto di reale democrazia partecipativa, che per poter essere tale non potrà non essere planetaria.
Affinare le armi della conoscenza come è avvenuto con quelle di distruzione di massa.
La necessità di un futuro lo impone.
L'orgia mediatica delle commemorazioni è finalmente terminata. Ci sono state proposte immagini in tutte le salse: documentario, fiction, videoclip musicale.
L'arida contabilità delle cifre relative all'11 Settembre 2001 ci parla di circa tremila vittime accertate...
Da quella data ad oggi solo per fame sono morte oltre 90 milioni di persone.
Interrompo virtualmente le meritate vacanze per aderire con il mio blog all'appello di Avaaz contro la delibera AGCOM con la quale si rischia di mettere il bavaglio alla rete.